5 PILASTRI PER UNA LEADERSHIP INNOVATIVA

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Come la Gen Z ci ispira a migliorare la vita in azienda e non solo

Esiste oggi un concetto univoco e universalmente riconosciuto di leadership oppure qualsiasi tentativo di definizione è ormai limitante e obsoleto?

Possiamo davvero riassumere in poche frasi la gestione di un mondo del lavoro estremamente complesso e in continuo cambiamento, in cui fino a cinque generazioni diverse convivono all’interno dello stesso ecosistema aziendale?

È possibile continuare a utilizzare il modello classico di comando e controllo, per guidare un team in cui ciascun componente ha esigenze e aspettative diverse?

La Generazione Z - dei nati tra il 1995 e il 2010, che entro il 2030 costituiranno un terzo della forza lavoro - ci sta dicendo a gran voce che un approccio gerarchico e statico è ormai impensabile.

Ecco i 5 temi principali su cui riflettere per costruire un nuovo modello di leadership, che porti con sé una qualità di vita - in azienda e fuori - decisamente migliore.

 

  1. Work-life balance: tra libertà e responsabilità

Da sempre definiti pigri e svogliati, i ragazzi della Gen Z chiedono una vita lavorativa meno totalizzante, che lasci spazio a interessi, passioni e relazioni sociali. Come può un leader far combaciare questa esigenza con periodi di picco lavorativo? È ormai prassi l’adozione di soluzioni lavorative flessibili. Le aziende più evolute, infatti, danno già la possibilità di lavorare in maniera smart, secondo il concetto di “freedom of responsibility”: il leader responsabilizza i membri del suo team, attraverso percorsi di coaching (come approfondiremo nel paragrafo 3), affinché siano in grado di portare a termine le proprie attività entro le deadline prestabilite e in modo efficace, fuori dai vincoli degli orari standard.

 

  1. Benessere fisico e mentale: una leadership sociale

Strettamente legato al punto 1 - work-life balance, oggi l’obiettivo principe non è più l’iper-produttività lavorativa, bensì è fondamentale perseguire e alimentare in primis il proprio benessere fisico e mentale, che porterà poi a una resa migliore anche sul lavoro.  Proprio perché lo smartworking è sempre più in aumento, come può un team leader assicurarsi tale equilibrio? Promuovere momenti di socialità “dal vivo” è essenziale, utilizzando luoghi appositamente adibiti dall’azienda allo svago o alla semplice comunicazione tra colleghi. Intervallare tali momenti a intensi flussi di lavoro comporta un miglioramento della produttività e del benessere del team.

 

  1. Empatia: il leader-coach

Nel nuovo ambiente che si viene a creare grazie ai consigli di questo articolo, non c’è più spazio per figure manageriali distanti e dispotiche, che adottano un approccio gerarchico e fatto di azioni top-down. Il nuovo empathy-based management vede il leader come un coach, che guida i dipendenti in un’esperienza quotidiana di continuo miglioramento, in cui si fa facilitatore dei processi di apprendimento e non mero risolutore di problematiche emerse. Il suo obiettivo è quello di creare un ambiente totalmente “sicuro”, dove l’errore viene visto come un momento per imparare e il “finger-pointing” contro il singolo è assolutamente proibito.

 

  1. Coinvolgimento: l’opinione di tutti è fondamentale

In un ambiente votato al benessere dei dipendenti, non è più possibile imporre compiti dall’alto senza un’adeguata contestualizzazione: ognuno deve sentirsi incluso, capire perché ciascuna task gli viene affidata e avere chiaro l’obiettivo finale del proprio lavoro. Al manager si chiede una comunicazione più coinvolgente e soprattutto un ascolto attivo: proprio per questo lo strumento del feedback è sempre più utilizzato in ogni momento della giornata lavorativa e in ogni direzione. La Gen Z d’altronde è nata e cresciuta con la diffusione del Web, che si espande in orizzontale, e non può far altro che rifiutare le gerarchie a favore di una leadership diffusa e condivisa, in cui il punto di vista di ogni risorsa è fondamentale per raggiungere gli obiettivi in team.

 

  1. Evoluzione: verso la self leadership

In questo mondo tecnologico in cui tutto diventa obsoleto in un battito di ciglia, non è più possibile pensare di mantenere statico l’ambiente lavorativo. Secondo un concetto di self leadership il singolo individuo può e deve prendere l’iniziativa per migliorarsi e trasformare gli ostacoli insiti in ogni cambiamento in opportunità.  In sintesi, quello che si chiede ai leader non è di essere “reattivi” a ciò che succede all’esterno, bensì “proattivi”: se nel primo caso semplicemente ci si adatta, nel secondo ci si evolve.

 

Come abbiamo visto, gli spunti che la Gen Z ci sta dando sono molteplici. È fondamentale comprendere che non si tratta di cambiare l’approccio tradizionale per accontentare le esigenze dei giovani: una leadership più flessibile e diffusa è ormai imprescindibile per rendere l’ambiente lavorativo più favorevole e produttivo, che risponda alle necessità di tutte e 5 le generazioni che possono potenzialmente conviverci.

Su questo tema BOOM, sin dalla sua nascita, ha colto la necessità dei giovani, ma soprattutto dei manager presenti oggi in azienda, e ha sviluppato percorsi formativi e di affiancamento per supportare le aziende che hanno deciso di non rimanere ancorate al passato e cambiare, lavorando per formare i leader del futuro!

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